APPROVATI I PROVVEDIMENTI SU FONDO NAZIONALE INNOVAZIONE ED INNOVATION MANAGER

Si assiste spesso a prese di posizione ideologiche o ad alzate di scudi contro i big del web, che delocalizzano i propri profitti in Paesi a fiscalità vantaggiosa.

Gli Stati reagiscono in modo disordinato, introducendo apposite web tax per attrarre alle proprie casse una parte dell’imposizione, destinata altrimenti a fuggire attraverso le maglie di un sistema economico che non si preoccupa più delle frontiere, perché le frontiere nel web non esistono. Una web tax europea è per esempio in fase di analisi anche presso le Istituzioni Comunitarie.

Ma siamo certi che questo sia il modo corretto di reagire, o comunque l’unico? Non sarebbe più sensato prendere atto delle nuove caratteristiche delle economie digitali, che già oggi muovono una fetta rilevante dell’economia mondiale, destinata ad aumentare in futuro?

Piuttosto che concentrarsi ad individuare e colpire profitti generati altrove, non sarebbe meglio, quindi, intraprendere un cammino certamente più difficile ma più virtuoso, creando (a livello di Comunità Europea a per lo meno di singoli Stati) le condizioni ottimali per la nascita di imprese digitali?

Le varie digital tax vanno proprio nella direzione opposta; esse infatti tendono a colpire non solo i big del web ma anche le imprese domestiche, che invece avrebbero bisogno di un ecosistema idoneo a concorrere sui mercati globali e che consenta di cogliere le opportunità spalancate dalle nuove tecnologie quali blockchain, 5G, intenet of things ecc… Ne verranno altre, ma oggi ci sono queste, sono già qui ed il rischio è di perdere anche questo treno.

Recentemente sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale 2 Provvedimenti che danno attuazione ad altrettante normative che certamente vanno nella giusta direzione, quella sul Fondo Nazionale Innovazione e quella sull’Innovation Manager.

Il Fondo Nazionale Innovazione, ha lo scopo di investire in aziende non quotate con spiccate caratteristiche innovative, costitute da poco (seed, start-up, early stage…), per dare nuova linfa sotto forma di apporti finanziari a quei progetti innovativi che spesso naufragano, o comunque stentano a prendere il largo, a causa di una insufficiente propensione al rischio del sistema finanziario italiano.

Il c.d. Voucher Innovation Manager consiste invece in un contributo a fondo perduto erogato per l’acquisto di consulenze specialistiche volte alla trasformazione tecnologica e digitale ed alla intenazionalizzazione delle imprese.

Anche queste misure scontano la lentezza con cui si muove il sistema Italia, ad esempio il provvedimento sul Voucher Innovation Manager è stato varato con circa 90 giorni di ritardo (per non parlare del fatto che dura un solo anno, ma ovviamente ci si augura che possa essere rinnovato). La direzione però è quella giusta ed i primi commenti sono universalmente positivi.

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